Ricordare Berlinguer, Dimenticare Craxi

Tempo di festa, ieri a Milano. Non solo era Sant’Ambrogio, ma c’era anche un altro grande evento: la Prima della Scala. Addirittura su Sky ne hanno mostrato la diretta, in quanto, come al solito, si presenta tutto il gotha delle più alte cariche dello Stato (Capo dello Stato in prima fila).

Quello che molte televisioni si sono dimenticate di dire e di far vedere era la protesta che c’era fuori dal teatro. Già l’anno scorso, nello stesso giorno, raccontavo di come mi fossi trovato nell’impossibilità di muovermi per le vie del centro, a causa non tanto della sfilata di auto blu che premevano per assistere alla fantomatica Prima, bensì a causa della ressa di persone che sostavano alle transenne nella speranza di vedere questo o quel personaggio importante: pensate che ero a piedi e non riuscivo a passare per raggiungere la galleria per via dello stuolo di popolo che guardava in adorazione la sfilata del Potere sulle auto blu.

Mi ricordo ancora il commento sprezzante di una signora, che alla domanda del figlio piccolo sul perché della ressa, gli rispose: “Caro, è tutta gente che sta in piedi per vedere la gente importante che non fa una mazza nella vita!

Ecco, questa frase penso sia la più illuminante sullo stato d’animo dei cittadini italiani che, per la maggioranza, sono stanchi e stufi di essere stufi e stanchi di essere governati dalla mediocrità e dalla stupidità di poche persone, che hanno l’unico “pregio” di essere potenti.

Ieri è stato bene o male uguale: stessa ressa di persone in adorazione, mentre delegati nel fondo di Piazza della Scala, trattati come degli appestati, c’erano i lavoratori disoccupati del mondo della cultura, dell’arte, della musica, della scuola. Gli adoratori festanti lasciati andare, i manifestanti senza lavoro accerchiati da vigili, polizia e quant’altro, nemmeno fossero dei terroristi.

La scena di della Prima alla Scala mi ricorda sempre una di quelle tristi pagine di storia dove il popolo affamato sostava sulle vie ad alta percorrenza delle carrozze dei signori, nella speranza di suscitare pietà e racimolare qualche soldo per tirare avanti: c’è un muro tra governati e governanti che è dovuto soprattutto al fatto che abbiamo avuto sempre governi che si sono preoccupati di difendere i potenti dai non potenti e non il contrario.

La Sinistra una volta lo sapeva, poi sull’altare della realpolitik ha sacrificato ogni tratto distintivo della sua azione sociale e si è ridotta allo stato infimo di oggi. Una condizione che il Gran Maestro della P2 Licio Gelli reputa tale da non essere necessaria nemmeno una rifondazione della sua Loggia anti-comunista e golpista: in fondo, questo “Partito Comunista non è più quello di una volta”.

Un anno fa scoppiava la cosiddetta Questione Morale a sinistra, per la “gioia” (se così si può chiamare) di chi lo aveva sempre annunciato come me e nella disperazione di chi aveva bollato per mesi (e continua a farlo) anti-politica la perdita di autorità morale di questa classe politica e la relativa contestazione di chi non è più disposto a sopportare oltre.  

La colpa della Sinistra, e del suo principale partito, cioè il PD, è quello di essersi imbarcato in un processo di metamorfosi culturale che oggi porta il Berlusconismo ad essere maggioritario nel Paese, nonostante il malgoverno e la riproposizione di valori deviati e contrari alla nostra costituzione. La concezione che pare essere maggioritaria anche nel PD, quella per cui il Principio democratico prevale su quello della legalità, ha definitivamente consegnato la Questione Morale e Berlinguer alla Destra, che ora può dire “anche voi rubate”, quando in realtà sono le solite mele marce, che se però rimangono a lungo nel cesto infettano anche le altre.

Il motivo di più profonda amarezza e stupefazione è il recupero di Bettino Craxi come modello di ciò che si sarebbe voluti essere e non si è stati (riformisti moderni, capaci di cogliere i mutamenti della società, la scomparsa dei vecchi idoli) e la solidarietà tardiva contro il complotto dei giudici “giustizialisti”, quasi un rimorso per non aver sostenuto il leader socialista quando in Parlamento recitava il suo famoso discorso “Tutti colpevoli, Nessun Colpevole”.

Non si capisce poi quale fosse il riformismo moderno di Bettino Craxi, perché in ogni caso questo si è concluso con una condanna a 10 anni per corruzione e l’eredità di Berlusconi in politica.

È ovvio però che la riscoperta di Craxi implica una presa di distanza dal “moralista” Berlinguer, con le sbalorditive dichiarazioni degli ex-berlingueriani Fassino, D’Alema, Violante e Veltroni sul diretto interessato.

Il revisionismo che corregge gli errori della Storia fa parte della Storia stessa, in quanto la integra: quello che la inventa, la deforma e infine la ridicolizza non è storia, è una deriva indecente che oggi si configura con il Berlusconismo.

Accettare la versione craxiana di un complotto dei magistrati comunisti per abbattere il campione del nuovo socialismo è una deformazione storica, questa sì, di stampo leninista: definire un latitante “esule” nella speranza di recuperare quel 14% di voti scomparsi da un giorno all’altro (finiti tutti sotto le bandiere berlusconiane) è il vero elemento distruttore del Partito Socialista (e infatti ha preso l’1% alle politiche).

Forse la Questione Morale di Berlinguer non è un argomento abbastanza edificante per certa sinistra, sta di fatto che il “pragmatismo affaristico” di Craxi rimane una vergogna per tutti i socialisti che lo erano veramente e che da quel partito di “nani e ballerine” (riedificatosi in Forza Italia) sono stati cacciati.

Il pool di Mani Pulite doveva ancora nascere quando il partito di Craxi entrò in metastasi con congressi hollywoodiani e famose personalità di quei ceti emergenti di cui faceva parte anche Berlusconi: gli iscritti se ne andavano, i militanti rimasti diventavano esattori di tangenti e il partito scompariva dall’hinterland per chiudersi nei Palazzi.

Quando scoppiò Mani Pulite, il partito socialista già non esisteva più e la sua direzione si riuniva non per discutere dei problemi degli italiani, ma degli affari privati di ciascuno.

Qualche avventuriero di Sinistra si azzarda a fare imbarazzanti paragoni tra Berlinguer e Craxi, dicendo che il primo è il teorizzatore della Questione Morale e il secondo ne è la vittima.

Una preghiera per questi signori che compongono la classe dirigente di questo Paese (non solo della Sinistra): scrivete le vostre autobiografie, scoprite pure il riformismo moderno, ma l’uso improprio di Berlinguer per addossare agli uni o agli altri le responsabilità collettive della Questione Morale, questo no.

Soprattutto se poi serve per difendere Bettino Craxi e, per interposta persona, Silvio Berlusconi.

8 commenti su “Ricordare Berlinguer, Dimenticare Craxi”

  1. Da più parti si cerca di far credere che craxi era più lungimirante di Berlinguer,lasciamo a parte per on momento mani pulite ip suo progetto era quello di far crescere l’Italia crendo dei superman dove chi si terma è perduto,cosi facendo si poteva andare meglio economicamente ma a livello sociale si sarebbe pagato un prezzo altissimo. Lo vediamo oggi questa crisi finira con le fabbriche più efficenti con meno personale aumenterà il precariato chi non avrà un lavoro fisso sarò carne da macello anche se saranno più tutelati economicamente saranno sempre fantasmi senza diritti!questo sarà il domano caldeggiato dai vari franceschini e letta,

  2. Che tristezza leggere nel sito dedicato ad un Grande valutazioni così superficiali e sostanzialmente sbagliate; non è demonizzando ciò che non ci appartiene che si interpreta la storia del nostro Paese. Non è idealizzando un uomo che ha sempre voluto essere aderente a ciò che nelle pieghe della società si muove che gli rendiamo omaggio..
    L’uso del bianco e del nero nel valutare persone e fatti serve solo a farci sentire più decisi, ma questo meccanismo è perdente perchè la società e gli individui sono più complessi di come ci piace descriverli. Nel consegue che le nostre valutazioni rischiano di essere falsate dalla tentazione di schematizzare sempre tutto e tutti…
    Fraterni saluti!

  3. Se fossero così superficiali e sostanzialmente sbagliate, cara Gabriella, riusciresti a contrapporvi un’analisi uguale e contraria per smentirle: poichè non ci riesci, è anche scontato dire che il tuo vuoto e roboante sermone si perde negli echi del silenzio della sconfitta a cui ci hanno portato quelli che tu difendi oltre l’umana decenza.

  4. Devo intervenire perchè non mi sento un superficiale e ammesso che lo sia uno me lo deve dimostrare.craxi difendeva i poteri forti a qualsiasi prezzo anche a costo di trasgredire le più elementari regole della politica ad esempio ha passato dei soldi ai padroni con un decreto per la prima volta dopo il fascismo,in ballo non c’erano ventisettemila lire di quel tempo ma la fine del sindacato.Berlinguer non ha fatto altro che essere coerente con le sue idee e non tradire i lavoratori per questo è stato e rimarrà un grande ,e per favore non facciamo dei paragoni fra i due personaggi rispettiamo pure tutte le idee ma fra essere onesti e disonesti c’è una differenza sostanziale

  5. per approfondire la questione della solidarietà nazionale, è uscito un libro di A Guerra che intanto vi segnalo:
    http://www.rassegna.it/articoli/2010/01/29/57670/berlinguer-e-la-parentesi-della-solidarieta-nazionale
    Poi penso anch’io che siano scandalose (e trasformiste) le dichiarazioni degli ex berlingueriani su Craxi, e fanno ancora più male perchè vengono da coloro che hanno militato con Berlinguer ed hanno conosciuto assieme a lui la fatica -mortale- di contrastare quel “riflusso” mascherato da falsa modernità che ci ha portato alla attuale deriva antidemocratica. Chi -per ora!-ha vinto-e dunque il craxismo, il berlusconismo- non per questo ha avuto ragione di fronte alla Storia!e nemmeno vogliamo “eternizzare il presente” come secondo Marx è costume della borghesia…vogliamo sperare che il berlusconismo non sia eterno!
    saluti
    maria

  6. in realtà ero già sul forum come maribarb… che corrisponde al mio nome, maria barbaro (ho fatto confusione con il nick, ..)
    ciao

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