Una via a Giorgio Ambrosoli, Eroe Borghese

L’11 Luglio 1979 veniva ammazzato un Eroe Borghese, che come tutti gli eroi di questo paese, in pochi ricordano. Era Giorgio Ambrosoli, la cui unica colpa fu quella di servire lo Stato italiano in difesa dei diritti dei molti contro gli interessi di pochi: per questo è stato ammazzato da un sicario della mafia americana, su ordine del banchiere Michele Sindona.

Giorgio Ambrosoli era un avvocato cattolico e conservatore, addirittura monarchico. Non era un comunista, quindi, come lo definì spregiativamente il mandante del suo omicidio.

Nominato liquidatore della Banca Privata di Michele Sindona, nel 1975 si scontra con gli amici piduisti, mafiosi e andreottiani del bancarottiere. Intuito il pericolo, Ambrosoli scrive alla moglie Anna una lettera che sarà ritrovata nel cassetto anni dopo:

Anna carissima, è il 25 febbraio 1975 e sono pronto per il deposito dello stato passivo della Banca Privata Italiana, atto che ovviamente non soddisferà molti. È indubbio che pagherò a molto caro prezzo l’incarico: lo sapevo prima di accettarlo e quindi non mi lamento affatto, perché per me è stata un’occasione unica di fare qualcosa per il Paese… a 40 anni, di colpo, ho fatto politica e in nome dello Stato e non per un partito. Ho avuto in mano un potere enorme e discrezionale al massimo e ho sempre operato (ne ho la piena coscienza) solo nell’interesse del Paese, creandomi ovviamente solo nemici… qualunque cosa succeda, comunque, tu sai cosa devi fare… Dovrai tu allevare i ragazzi e crescerli nel rispetto di quei valori… e dei loro doveri verso il paese, si chiami Italia o si chiami Europa.”

Quattro anni e mezzo dopo Ambrosoli veniva ammazzato e al suo funerale non si presentò nessun esponente dello Stato. Fu lasciato solo ed è morto per aver fatto la cosa giusta.

Michele Sindona, mandante dell’omicidio, non ha ricavato nulla dalla sua morte, se non la propria morte, archiviata d’ufficio come suicidio. Ed è curioso che Michele Sindona abbia denunciato, a quei tempi, complotti da parte dei comunisti, bollando le inchieste a suo carico come “persecuzioni politiche”. Ricorda qualcun altro, anche lui iscritto alla P2, che ogni giorno ci bombarda mediaticamente sempre con le stesse parole e con gli stessi slogan, vecchi di 30 anni e anche molto passati di moda.

È questa la fine che fanno i giusti a questo mondo? O muoiono per fatalità come Enrico Berlinguer o vengono ammazzati come Ambrosoli, Borsellino, Falcone, Dalla Chiesa, Aldo Moro, Peppino Impastato, Pio La Torre?

Facciamo che la loro morte non sia stata vana, rendiamo viva la loro memoria, non solo a parole, ma portando avanti le loro battaglie, che erano tutte battaglie di libertà e verità. Nessuno di loro sarà veramente morto, finchè le loro idee cammineranno sulle nostre gambe. 

Per questo oggi aderisco come fondatore di questo blog e come fondatore di EB.IT (http://www.enricoberlinguer.it il primo sito web su Enrico Berlinguer) alla campagna del mio amico Piero Filotico per dedicare una via a Giorgio Ambrosoli in tutte le città italiane. Qui potete trovare il link al gruppo facebook: http://www.facebook.com/inbox/?ref=mb#!/group.php?gid=295878164668&ref=ts più siamo, più potere abbiamo, anche e soprattutto a livello locale.

Perchè in questi tempi bui di scandalose riabilitazioni e di facili generalizzazioni, abbiamo bisogno di tenere viva la memoria di persone come Giorgio Ambrosoli. A noi non costa nulla, a lui è costato la vita.

Ricordiamolo a chi lo ha dimenticato.

2 commenti su “Una via a Giorgio Ambrosoli, Eroe Borghese”

  1. Non posso che rispettare chi perde la vita per la sua onestà,però non posso fare a meno di dividere da chi perde la vita contro gli intrighi economici e finanziari ,e chi perde la vita contro la mafia per un ideale politico.troppo spesso si definisce buono o cattivo per la sua onestà,la colpa di questo è data dal fatto che oggi i politici onesti si contano nelle dita di una mano .per questo quando dite che Berlinguer era soprattutto una persona per bene e onesta io non sono daccordo LUI era soprattutto un COMUNISTA poi un buon politico poi una persona onesta.perchè si mischia sempre la moralità con la politica?perchè la gente comune l’onesto cittadino continua a vitare gente corrotta e pluri indagata?Sono daccordo che ci vorrebbe una legge che impedisca a candidare persone indagate ma è anche vero che se non si vota il partito che le candida si risolverebbe il problema.Non diamo solo la colpa ai politici incominciamo col dire che anche il popolo italiano preferisce voltarsi dall’altra parte giocando alle carte e parlare di calcio nel bar.

  2. E’ proprio questo il punto della Questione Morale, Rino, e pensavo l’avessi capito da un pezzo: l’equilibrio tra morale e potere è essenziale per la democrazia. Se c’è un eccesso della prima ci ritroviamo nelle società puritane ottocentesche (stile lettera scarlatta), se c’è un eccesso del primo ci sono i Mussolini, gli Hitler e gli Stalin. E’ la classe politica che ha il compito di formare la coscienza civile dei cittadini: c’è qualche partito che oggi lo fa? Non mi pare. E’ ora di piantarla con il macchiavellismo, quello sociale innanzitutto, ma c’è anche quello politico che va combattuto. Non mi puoi dire che è sbagliato mischiare moralità e politica: è sbagliato non farlo. Berlinguer era una brava persona perchè gli altri non lo erano, anche comunisti. Se fosse stato come tutti i comunisti, non sarebbe stato Berlinguer e non esisterebbe nemmeno questo sito.

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