Il Socialismo di Enrico

Vari Interventi


Un socialismo all’altezza dei tempi e dei bisogni odierni, oltre a garantire a tutti la soddisfazione di bisogni sociali primari come l’occupazione, la salute, l’istruzione, la tutela dei bambini e degli anziani, la difesa della natura e dell’am­biente, dovrebbe garantire anche, tanto per esemplificare, la piena liberazione della donna, il sicuro diritto dei lavoratori di associarsi sindacalmente, la produttività e l’efficienza del­l’economia, il pluralismo politico, la libertà di informazione e di espressione culturale e artistica e cosl via. Non credo che sarebbe accettato un socialismo che contraddicesse qual­cuno di questi elementi essenziali; e, forse, non sarebbe nep­pure riconosciuto come socialismo.

dall’intervista a “L’Unità”, febbraio 1982


La nostra via al socialismo scaturisce innanzitutto dalla nostra storia nazionale e aderisce alle nostre condizioni nazionali…

Siamo pienamente impegnati per affermare il carattere laico del nostro partito e della nostra lotta, per far avanzare nelle nostre file e tra milioni di donne e di uomini la conoscenza della realtà e il senso dei processi storici come travaglio complesso, intricato, contraddittorio.

Ma questa visione realistica e critica del volgere della storia non ci porta certo a ridurre la nostra battaglia alla semplice correzione dei mali dell’assetto sociale esistente. Ci liberiamo dai miti, ma non cadiamo in un piatto empirismo. E tendiamo ad impegnarci con tutte le nostre energie nella lotta per la vittoria di una causa che ha in sé gli ideali ed i valori più positivi i per la società e per I’uomo.

Questa concezione critica, scientifica e, al tempo stesso, di ampio respiro ideale è propria della tradizione più feconda e originale del marxismo e del movimento operaio in ltalia. Essa ha il suo punto di riferimento iniziale nella speculazione teorica e nell’insegnamento politico di Antonio Labriola, che ha compiuto una grande opera per liberare il movimento operaio e il pensiero marxista dalle deformazioni del positivismo e del determinismo.

Successivamente Gramsci e Togliatti, continuando I’opera di Labriola e mettendo a frutto con genialità la lezione di Lenin, ci hanno educato a comprendere in modo nuovo la nostra storia nazionale, e a saperci confrontare con le tradizioni migliori e con le correnti più vive della cultura italiana, europea e mondiale, a pensare e a lavorare per una nuova strategia della rivoluzione in Italia e in occidente e a saper organizzare un partito comunista di tipo nuovo, valido strumento di questa strategia…

Tutte le nostre proposte, tutte le nostre lotte e le stesse nostre polemiche rendono e debbono tendere ad affermare il principio, il metodo e la pratica dell’unità.

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