La FGCI

La Federazione Giovanile Comunista Italiana (FGCI) era l’organizzazione dei giovani comunisti del Partito Comunista Italiano (PCI), erede diretta della Federazione Giovanile Socialista.

Il 29 gennaio 1921, 8 giorni dopo il congresso di Livorno e la scissione, a Firenze i delegati della FGS Federazione Giovanile Socialista, in rappresentanza di 55.000 iscritti deliberarono con una maggioranza del 90% di “mutare il nome della propria organizzazione in quello di Federazione Giovanile Comunista Italiana“.

La mozione votata al congresso recitava:

“L’Ottavo Congresso delle Federazione Giovanile Socialista dinanzi ai risultati del XVIII Congresso del Partito Socialista Italiano ed alla costituzione del Partito Comunista d’Italia, sezione dell’Internazionale Comunista, confermando la propria adesione all’Internazionale della gioventù Comunista, delibera di ritirare la propria adesione al Partito Socialista Italiano per aderire, in conformità agli statuti internazionali, al Partito Comunista d’Italia; dichiara di mutare il nome della propria organizzazione in quello di Federazione Giovanile Comunista Italiana”.

Il suo periodo di maggiore splendore fu negli anni sessanta, quando gli iscritti arrivano a 200.000 e la Federazione accentuò i suoi tentativi di ricerca di un profilo autonomo. Gli organi di informazione della Federazione assunsero un ruolo sempre più rilevante: assai importanti furono le pubblicazioni “La città futura” (che riprendeva il nome da un numero unico pubblicato nel febbraio del 1917 a cura della Federazione giovanile piemontese del Partito Socialista Italiano, di cui Antonio Gramsci curò per intero la stesura, e “Nuova generazione” (nata, non senza qualche polemica, nel 1956).

L’8 ottobre 1990 il segretario della Fgci Gianni Cuperlo, propose ad Ariccia, seguendo la linea di Achille Occhetto, di sciogliere la Fgci per far nascere la Sinistra Giovanile, un’organizzazione confederale con l’obiettivo di creare quattro associazioni nella scuola, nel territorio, nell’università, nei luoghi di lavoro, federate tra loro. La proposta passerà con 91 voti favorevoli, 10 astenuti e 13 contrari.

Il 19 dicembre 1990 si aprì a Pesaro il XXV e ultimo congresso della Fgci. Il 22 dicembre la Fgci si sciolse con 356 voti favorevoli su 491 votanti (72,5%), in rappresentanza di 55mila iscritti.

La maggioranza della Fgci seguì il neonato Partito Democratico della Sinistra dando poi vita nel 1992 alla Sinistra Giovanile del PDS, che nel 1998 si sarebbe poi chiamata semplicemente Sinistra Giovanile.

La minoranza invece, che aderì prima al Movimento per la Rifondazione Comunista e poi al Partito della Rifondazione Comunista, diede vita nel 1995 ai Giovani Comunisti (GC).

Quando nel 1998 nacque, per frutto di una scissione dal Partito della Rifondazione Comunista, il Partito dei Comunisti Italiani (PdCI), il nuovo partito, per richiamarsi esplicitamente – anche per i giovani – al disciolto Partito Comunista Italiano creò la Federazione Giovanile Comunisti Italiani (Fgci).