dall’intervista a Luciano Barca, Rinascita, maggio 1980
È vero che il terrorismo, il partito armato teorizzano l’impossibilità e l’inutilità di distinguere tra Stato autoritario e Stato democratico: essi negano ogni discorso interno allo Stato, visto appunto, sempre e comunque, come un nemico.
Ma quegli strati di giovani, studenti e anche operai, tra i quali il partito armato cerca complicità o consenso o anche solo neutralità, distinguono tra uno Stato aperto alle sollecitazioni della società e ai nuovi bisogni e uno Stato non solo sordo al nuovo, ma segnato da profondi fenomeni di degenerazione e corruzione.
Un’involuzione, un ritorno all’indietro renderebbe certamente più difficile il coinvolgimento di nuove forze nella lotta in cui siamo impegnati per isolare e battere il terrorismo.