dall’intervista a Luciano Barca, Rinascita, novembre 1980
È indubbio che da tempo ci troviamo di fronte a una crisi del bipolarismo. Ma occorre anche tener conto che se la crisi del bipolarismo si traduce in un caotico emergere di sfide di interessi nazionalisti e particolari, può sboccare In un acuirsi di tensioni, in un accendersi di conflitti locali, in una generale situazione sempre meno controllabile.
Sarebbe sbagliato, perciò, negare il ruolo essenziale delle due grandi potenze nella preservazione della pace: non può che essere velleitario ogni disegno di costruzione di un nuovo ordine internazionale economico e politico che prescindesse dalle due grandi potenze.
Al tempo stesso non bisogna rinunciare a un’iniziativa autonoma di altri paesi e raggruppamenti col pretesto dello scarso peso che essa potrebbe avere. Tutto lo schieramento del non allineamento costituisce a questo proposito un fattore positivo che, mentre rompe lo schema di un bipolarismo chiuso, di vertice e minato da una pericolosa spinta concorrenziale, non si oppone in via pregiudiziale a nessuna delle due grandi potenze e persegue anzi l’obiettivo di favorire il loro accordo quanto esso va a favore della distensione e della cooperazIOne e non limita l’iniziativa e l’apporto di altri popoli e Stati. […]
Il punto più importante sul quale Stati Uniti ed Europa occidentale debbono trovare un accordo o una convergenza è oggi quello del disarmo (e, conseguentemente, della condotta da seguire per migliorare il quadro del rapporti mondiali). La cifra di oltre un miliardo di dollari al giorno, che vengono bruciati nella corsa generale al riarmo oggi in atto, non solo alimenta un pericolo mortale, ma è intollerabile in un mondo tormentato dalla fame (e in un’Italia che ha drammatici problemi interni da risolvere).
Occorre ricercare al più presto accordi per porre fine a tale corsa, e non soltanto per regolamentarne i ritmi. Non dimentichiamo mai che focolai di guerra sono già accesi o latenti in zone estremamente pericolose. Sappiamo che non si tratta di un discorso semplice: esso richiede che si operi per modificare le condizioni che hanno portato alle attuali tensioni, per ristabilire un minimo di fiducia tra Urss e Usa, tra Patto Atlantico e Patto di Varsavia.
Ma non si tratta neppure di un discorso che possa essere rinviato alla soluzione di tutti i problemi aperti. Ogni spesa di guerra alimenta di per sé altre spese di guerra, anche indipendentemente da altre condizioni e circostanze.