“Talvolta siamo scossi e sgomenti di fronte ai giovani. Ma sono figli nostri, sono figli della nostra lotta per la libertà. Vogliamo essere con loro e interpretare il senso della loro ribellione, anche quando non ne condividiamo certe forme.”
(Enrico Berlinguer, 1978)
Ho pubblicato questa frase sulla pagina facebook di Enrico Berlinguer, in riferimento anche alla manifestazione dei giovani studenti di tutta Italia contro la Riforma Gelmini. Ebbene, come primo commento mi sono ritrovato il seguente: “Non si può condividere la generazione dei giovani d’oggi… Mi dispiace ma questa frase è troppo inattuale ed inattuabile…“
Non sono d’accordo, e per varie ragioni. Primo: questo sito web, che è l’unico sito web su Enrico Berlinguer esistente, è stato voluto, pensato e progettato dal sottoscritto quando di anni ne aveva 19, messo online appena compiuti i 20 e completamente rinnovato poco prima dei 21. Ed è un unicum nel suo genere. La logica avrebbe voluto che questo sito non nascesse il 16 febbraio 2009, ma almeno una decina di anni prima ad opera di quelli che oggi criticano la mia generazione e che Enrico lo hanno conosciuto di persona. Eppure se non fosse stato per il sottoscritto, Enrico Berlinguer oggi sarebbe seppellito sotto metri di fango che gli vengono praticamente gettati addosso ogni giorno, nella speranza che qualcuno si dimentichi di lui.
Secondo: la pagina facebook di Enrico Berlinguer, oggi vicina ai 90.000 iscritti, fu creata da Francesco Milione, quando di anni ne aveva 17. E da poche centinaia che erano, già quando io lo contattai per unire sito e pagina fb, gli iscritti avevano superato quota 5000. Oggi è vice-presidente dell’Associazione Nazionale Enrico Berlinguer e si occupa dell’organizzazione della stessa. E di anni ne ha 19.
Terzo: Amedeo Russo, attuale segretario dell’Associazione e a vario titolo collaboratore di questo sito. Ha 22 anni. E quando ne aveva 21 si è fatto 18 ore di treno notturno da Milano a Roma per andare sulla tomba di Enrico Berlinguer nel 25° anniversaio della sua morte, nonostante frequenti una facoltà non certo all’acqua di rose come Ingegneria Meccanica al Politecnico di Milano. Piccole cose, ma non so di gesti analoghi tra i nostri detrattori.
Ma soprattutto: chi c’era a difendere Berlinguer, quando nessun altro lo ha fatto? Noi. Sempre e solo noi. Quelli della gioventù bruciata. Non credendo all’autocombustione. qualcuno questa gioventù l’avrà pure bruciata. E io do la colpa a quelli che Gramsci chiamava “i costruttori di soffitte“, ovvero quei tali che si lamentano che i propri padri non abbiano costruito i palazzi, salvo poi non aver costruito nulla, se non una piccola soffitta. E in questo caso questi costruttori di soffitte, anzichè almeno insegnare alla generazione successiva come si dovrebbero fare i Palazzi, non insegnano nulla e aspettano che siano i giovani a costruire tutto d’accapo. Sotto la loro, evidentemente nefasta, guida.
Ne ho fin fuori le scatole di facili generalizzazioni, di falsi teoremi e di pregiudizi dettati dal telecomando: noi spendiamo tempo, lavoro e denaro per difendere la memoria di Enrico. E non ci pare che, tra chi ci accusa di inerzia o di incapacità operativa, ci sia qualcuno che si sia dato concretamente da fare per darci una mano. Noi abbiamo deciso: studiamo per poter costruire palazzi. La scelta sta anche a te che stai leggendo: ti accontenti di saper fare solo soffitte? O vuoi provare, prima o poi, a costruire palazzi?